Mi piace svegliarmi e guardare fuori dalla finestra. Lo faccio a casa da sempre e nelle stanze d’albergo in cui mi ritrovo. C’è un motivo che mi spinge a farlo: sono meteoropatico. La meteoropatia è un termine che sta a indicare un insieme di disturbi che si verificano in determinate condizioni e variazioni del tempo meteorologico o delle condizioni climatiche stagionali.
Da piccolo giocavo a “seguire il sole”, pensavo di poterlo acchiappare e immaginavo di tenerlo tra le mani. Era un bella sensazione che ricordo perfettamente, giornate intere a guardare il cielo e rincorrere il sole, tornavo in casa con la faccia ustionata ma felice. Oggi apro gli occhi e spero che il sole illumini la mia giornata così da sentirmi sempre un po’ come quel Marco che da piccolo seguiva il sole.
Sono meteoropatico.
Indagando gli aspetti fisici della meteoropatia si è visto che è legata al funzionamento dell’ipofisi, questa ghiandola, che produce il cosiddetto “ormone dello stress”, in occasione di eventi climatici caratterizzati specialmente da una diminuzione della temperatura esterna, ne aumenta la produzione, provocando nei meteoropatici irritabilità e nervosismo. Per questo motivo ho deciso di continuare a seguire il sole e quando non posso trovarlo per ragioni climatiche lo cerco nelle persone che mi fanno stare bene, nella mia famiglia, in un bel libro, nella musica a tutto volume, nel buon cibo, nelle mie passioni. Da piccolo potevo tenerlo in mano, potevo catturarlo, ora immagino di tirarlo fuori da ciò che mi fa stare bene. Oggi apro gli occhi e sento una voce dentro di me dirmi: “Alzati c’è il sole” e non importa dove ma come.
Come posso fare a sentire quel calore di cui il mio corpo e la mia mente necessitano per vivere bene, per non essere nervoso e irritabile. Oggi sto bene perché so che in qualunque posto del mondo sarò questa consapevolezza non mi abbandonerà, l’ho metabolizzata e sono riuscito a trasformare un “problema” in un punto di forza. Lo seguo ancora il sole, così come continuo a giocare con le nuvole e a credere di avere i superpoteri, ma questa è un’altra storia. La verità è che certe cose che facevamo da bambini è bene non dimenticarle mai.
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